mercoledì 10 giugno 2020

Di fronte ai limiti #step15

Il linguaggio è di per se un limite, è lo strumento più rapido ed efficace attraverso il quale un soggetto riesce a comunicare con un altro suo simile o anche con un oggetto. superare questo limite significherebbe entrare in completa simbiosi con il mondo esterno, al tal punto di far risultare il linguaggio uno strumento superfluo ed inutile.

martedì 9 giugno 2020

La sintesi finale #STEP24

In questo blog abbiamo analizzato il termine linguaggio. Siamo partiti con i primi post  con cui abbiamo dato una definizione e trovato l’origine del termine e il collocamento nella mitologia, mediante una vignetta ed un quadro di Gastone Novelli andiamo a ritrovare il concetto sottoforma di immagine, che ritroviamo anche in una pubblicità della Treccani che esprime l’importanza della cultura,  uno spezzone di una serie tv focalizzata sull’importanza del linguaggio del corpo. Successivamente in campo letterario abbiamo visto un libro, ovvero, Lessico famigliare, una poesia, Marzo ‘79 di Tomas Transtomer, successivamente siamo andati alla scoperta del padre della lingua italiana, ovvero, Dante Alighieri, analizzato 1984 ed infine lo  Zibaldone di Giacomo Leopardi. Dal punto di vista filosofico abbiamo analizzato i dialoghi di Platone, nello specifico il Sofista, la filosofia nel pensiero medievale e moderno, la filosofia del linguaggio del ‘900 e l’etica del discorso di Jürgen Habermas. In questo blog ci siamo immersi anche nel campo dell'attualità parlando della situazione in cui ci troviamo in questo momento di emergenza dovuto al COVID-19,  il linguaggio di due articoli riguardanti un fatto di cronaca attuale e  il linguaggio macchina che adoperiamo ormai ogni giorno. Per concludere la panoramica del percorso di questo blog  riguardanti i concetti e le parole che circondano il termine linguaggio, abbiamo creato un abecedario eduna mappa concettuale con una dimensione olistica. 


CONCLUSIONE 


Abbiamo compreso l’importanza del linguaggio, che è alla base della comunicazione, senza il linguaggio non ci sarebbe un criterio oggettivo per comunicare con il mondo che ci circonda, non potremmo esprimere le nostre sensazioni, le nostre emozioni. Senza nessuna forma di linguaggio vivremmo in un mondo in cui noi saremmo gli unici protagonisti senza la presenza di altri personaggi, vivremmo in un mondo solitario creato solo per noi. Il linguaggio è alla base della vita, più linguaggi e lingue conosciamo e più la nostra vita potrà essere felice perché avremmo l’opportunità e gli strumenti per conoscere cose nuove e rivedere da nuovi punti di vista le cose che già conosciamo. 


Concludo citando due frasi di due grandi filosofi: 


“I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo.”                              LUDWIG WITTGENSTEIN 

 

“L'uomo si comporta come se fosse il modellatore e il padrone  

del linguaggio, mentre in effetti il linguaggio resta il padrone dell'Uomo.”           MARTIN HEIDEGGER 

sabato 30 maggio 2020

L'etica #STEP21

Jürgen Habermas filosofo tedesco del '900 fu influenzato dalla cosiddetta "svolta linguistica" e dalla "teoria del linguaggio"  che si sviluppò negli anni '60. questa "svolta" avvenne con la pubblicazione della Teoria dell'agire comunicativo, nel 1981, in cui elabora una teoria pragmatica del linguaggio. la sua trattazione si basa su 4 pretese universali di validità: giustezza, verità, veridicità, comprensibilità. Queste pretese puntano a dare un valore etico oltre che logico al discorso, a tal punto di dar vita a una vera e propria "etica del discorso". Nell'ottica di Habermas l'etica del discorso è un'etica cognitiva (fonda razionalmente le norme etiche), deontologica (fa riferimento a principi inaggirabili), formalistica (stabilisce principi procedurali), universalistica (valida per tutti), postkantiana (l'etica non è una faccenda morale ma una questione pubblica).

venerdì 29 maggio 2020

Nello Zibaldone di Leopardi #STEP20

Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi è un componimento di 4526 pagine manoscritte, composto tra il 1817 ed il 1832. In questo "diario intellettuale" descrive una vastità di interessi dell'autore, dandoci una visione a 360° del suo pensiero.
vi riporto uno spezzone del componimento a pagina n°747, in cui espone il suo pensiero riguardo la lingua latina:
Ma ai latini non accadde lo stesso. La loro letteratura, le loro arti, le loro scienze vennero dalla Grecia, e tutto in un tratto, e belle e formate. Essi le ricevettero già ordinate, composte, determinate, provvedute intieramente del loro linguaggio, trattate da scrittori famosissimi: in somma i latini non ebbero e non fecero altra opera che traspiantare di netto le scienze, arti, lettere greche nel loro terreno. Quindi era ben naturale che quelle discipline ch’essi non avevano formate, portassero seco anche un linguaggio non latino, perchè dovunque le discipline si formano, e ricevono ordine e corpo stabile e determinato, quivi se ne forma il linguaggio, e questo passa naturalmente alle altre nazioni insieme con esse discipline. Non avendole dunque i latini nè create nè formate, ma ricevute quasi per manus belle e fatte, neanche ne crearono nè formarono, [748]ma riceverono parimente il linguaggio. "

vi lascio il link dell'intero componimento qui.

giovedì 28 maggio 2020

Nell'utopia #STEP19

Possiamo collocare il termine linguaggio negli schemi i un pensiero utopico lo possiamo ritrovare nel famoso romanzo "1984" scritto da George Orwell nel 1948. questo romanzo può essere considerato come uno dei primi esempi di romanzo distopico, infatti l'opera è un'utopia negativa, che descrive pessimisticamente un futuro dopo lo scoppio di una guerra nucleare, un futuro in cui il mondo è diviso in tre macro-nazioni, l'Oceania, l'Eurasia e l'Estasia. Queste tre macro-nazioni si contendono una quarta fascia territoriale che viene denominata la "Terza Guerra Mondiale".
Nel libro "Il contributo", Fiammetta Ricci analizza il romanzo"1984",più nello specifico il rapporto tra potere di linguaggio e potere sul linguaggio, mostrandoci come nel romanzo, il potere politico attraverso la creazione di una Neolingua si insinua nei pensieri, nelle fantasia ed in ogni forma di relazione ed immaginazione del soggetto e nella realtà di cui fa parte. Secondo Fiammetta Ricci questa fenomeno esiste ed è di estrema attualità.

mercoledì 27 maggio 2020

Nella filosofia contemporanea #step18

Nel 1900 nacquero nuove teorie sulla filosofia del linguaggio, che divennero oggetto di riflessione in se e non in quanto strumento di espressione del pensiero filosofico, delineando la cosiddetta "svolta linguistica". Furono vari gli esponenti di questa corrente, Bertrand Russell con il Principia mathematica, sostiene che è possibile ricondurre il linguaggio ordinario al linguaggio rigoroso della logica matematica, Wittgenstein con il Tractatus logico-philosophicus e successivamente Ricerche filosofiche mostra che quasi tutti i problemi della filosofia tradizionale sono stati originati da difficoltà linguistiche. Successivamente John Langshaw Austin nel 1956 con un saggio intitolato Una giustificazione per le scuse esprime una visione del linguaggio ordinario come una realtà estremamente ricca e articolata ed infine Gilbert Ryle con Lo spirito come comportamento affronta lo studio dell'universo mentale.

martedì 19 maggio 2020

Un fatto di cronca #STEP14

Al giorno d'oggi l'informazione è influenzata dalla politica. Basti guardare come due testate giornalistiche, che prediligono due schieramenti politici differenti, descrivono alcuni fatti di cronaca, spesso fulcro di dibattiti politici. Prendendo due articoli di testate diverse si può notare come il linguaggio usato nei due articoli sia differente e ricoprendo un ruolo fondamentale nell'attrarre il lettore verso il pensiero, l'idea che si cela dietro il medesimo articolo di giornale, ovvero, la posizione riguardante l'argomento trattato di uno schieramento politico. 
Lascio i link di due articoli di due testate giornalistiche differenti che analizzano lo stesso argomento di attualità (regolarizzazione dei migranti) sotto due punti di vista: Repubblica, Libero.


domenica 17 maggio 2020

Un abbecedario #step17

A- Argot
B- Balbuziente 
C- Crusca
D- Dialetto
E- Espressione
F- Fraseologia
G- Gergo
H- Heidegger
I- Idioma
L- Lingua
M- Macchina
N- Neolatino
O- Oratoria
P- Parola
Q- quaderno
R- Retorica
S- Scrittura
T- Terminologia
U- Umile
V- Vocabolario
Z- Zoologia

giovedì 14 maggio 2020

Un protagonita #STEP16

Se parliamo di lingua italiana non possiamo fare a meno di citare il padre della lingua italiana, ovvero, Dante Alighieri. Dante viene denominato padre della lingua italiana perchè fu uno dei primi grandi poeti a scrivere opere di grande spessore, ora conosciute in tutto il mondo, in volgare e non in latino, come i suoi predecessori lingua degli intellettuali. L'opera più famosa ed affascinante è certamente la Divina Commedia, opera scritta in volgare composto da 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) con all'interno di ognuno 33 canti con l'aggiunta di un proemio iniziale per un totale di 100 canti. Nella Divina Commedia possiamo percepire l'uso del pluristilismo e plurilinguismo dantesco, cioè, la capacità di adattare il linguaggio usato al contenuto in cui ci si trova, in modo da coinvolgere e rendere partecipe il lettore. il motivo per cui Dante prediligeva il volgare è molto semplice, voleva che tutti potessero leggere e comprendere le sue opere e non che gli scritti fossero solo per una èlite di persone, in particolare intellettuali e nobili. Un'altra opera funzionale per il suo progetto fu il De vulgari eloquentia, una delle poche opere scritte da Dante in latino. Quest'ultima opera aveva il compito di far conoscere ai nobili e agli intellettuali la lingua volgare, con lo scopo di convincere tutto il popolo a parlare un'unica lingua, quella che negli anni a seguire sarebbe diventato il nostro italiano.

venerdì 8 maggio 2020

Nell'ingegneria #STEP13

In ambito ingegneristico spesso si utilizzano vari strumenti e vari software che utilizzano diversi linguaggi, al fine di rendere la progettazione più veloce, più semplice e precisa.
In un computer, ad esempio, ritroviamo il linguaggio macchina, un particolare tipo di linguaggio che utilizza il cosiddetto sistema binario, formato da due soli simboli, ovvero, 0 e 1. La traduzione dal nostro comune linguaggio al linguaggio macchina risulta essere molto complicato essendo due linguaggi di complessità differenti, per questo si utilizza un altro linguaggio, ovvero, il linguaggio di programmazione, che fa da tramite tra i due linguaggi. Quest'ultimo linguaggio mediante l'utilizzo di semplici istruzioni consente di scrivere il codice sorgente del programma che verrà successivamente elaborato dal processore del computer, una volta tradotto in modo automatico in linguaggio macchina. a differenza del linguaggio macchina che è unico, esistono vari tipi di linguaggi di programmazione, da quello ad alto livello che è più vicino al nostro linguaggio comune, a quello a basso livello che è più vicino al linguaggio macchina.
i linguaggi di programmazione più comuni sono: C, C++, Java ecc.

Di fronte ai limiti #step15

Il linguaggio è di per se un limite, è lo strumento più rapido ed efficace attraverso il quale un soggetto riesce a comunicare con un altro ...