sabato 25 aprile 2020

pandemia COVID-19 #step11

In questo periodo difficile, causato dell'emergenza COVID-19, la nostra vita è cambiata, le nostre abitudini sono cambiate, la nostra vita sociale è cambiata, quello che prima ci sembrava normale, all'ordine del giorno, ora non lo è più. Il modo di comunicare è cambiato, siamo segregati in casa, se incontriamo un amico in quei pochi momenti in cui usciamo di casa per motivi di necessita, dobbiamo rispettare il distanziamento sociale, non abbiamo più la possibilità di trasmettere quei sentimenti nel modo in cui eravamo abituati a fare attraverso un abbraccio o una semplice stretta di mano. Non tutti hanno la possibilità di incontrare i loro cari se non attraverso uno schermo. Le nuove tecnologie in questo momento ci aiutano molto, ci danno la possibilità di poter comunicare con chi vogliamo ma in modo differente, non usiamo tutti i linguaggi comunemente usati durante un dialogo con una persona fisicamente presente, ci limitiamo al linguaggio verbale, tralasciando il linguaggio del corpo e dei gesti fondamentale nel rafforzare il concetto che si vuole esprimere e che ci da la possibilità di trasmette sentimenti ed emozioni difficilmente esprimibili con il linguaggio verbale.
Un altro linguaggio molto importate che utilizziamo indirettamente che ci permette di lavorare da casa e di comunicare a distanza è il linguaggio macchina, senza il quale non esisterebbero tutti i dispositivi di comunicazione, un linguaggio con un "alfabeto" molto semplice, composto da due soli simboli, ovvero 0 ed 1, un alfabeto semplice per un linguaggio complesso in continua evoluzione.

Ecco due link che fanno riferimento al linguaggio ai tempi del COVID-19:
 http://www.torinomedica.org/torinomedica/?p=27052
https://www.leggilanotizia.it/2020/04/26/parole-virali-il-linguaggio-ai-tempi-del-corona-virus/

lunedì 20 aprile 2020

sequenza cinematografica #step10

Nella serie tv "Lie to Me" del 2009, il protagonista Tim Roth nei panni di uno scienziato, dopo aver trascorso anni della sua vita a studiare le microespressioni umane attraverso le quali capire se una persona sta mentendo, si mette a servizio degli enti pubblici, polizia ed FBI, con lo scopo di capire quando un indiziato sta mentendo.
Vi riporto l'inizio del primo episodio:



Questa è una dimostrazione che non c'è un solo modo per comunicare ma è possibile usare vari linguaggi anche per esprimere lo stesso concetto. Più linguaggi utilizziamo contemporaneamente e più rafforziamo il concetto che vogliamo trasmettere.

venerdì 10 aprile 2020

arti figurative #step09




Gastone Novelli, Il grande Linguaggio, 1963, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna

Gastone Novelli, Cancello per sempre la Parola, 1968



Gastone Novelli è stato un pittore italiano degli anni settanta, artista della corrente informale, attivo nei vari settori dell'avanguardia. Egli creò un nuovo linguaggio, basato basato sulla rappresentazioni di simboli e figure, ispirandosi alla comunicazione del mondo antico.

dialoghi di Platone #step08

Facendo riferimento a Platone, nei suoi dialoghi possiamo riscontrare nel Sofista l'apice della riflessione logica di Platone, dialogo che insieme a Teeteto e Politico, costituisce l'unica trilogia presente nel corpus platonico. La suddetta ha la finalità di come dover giudicare il sofista, il politico ed il filosofo, se vadano considerati come un'unica figura, o se presentano delle differenze tra di loro. Durante il dialogo tra Teeteto ed un'ospite viene affrontato il tema del linguaggio, nello specifico l'uso appropriato dei termini al fine di instaurare una giusta comunicazione con l'interlocutore:


OSPITE: Orsù, secondo quanto si diceva sugli aspetti e sulle lettere, facciamo di nuovo l'esame allo stesso modo sui nomi. Apparirà infatti in qualche maniera quanto ora viene ricercato.
TEETETO: E quale problema dobbiamo ascoltare sui nomi?
OSPITE: Se tutti sono in armonia tra di loro o nessuno; se alcuni tendono ad armonizzarsi e altri no. TEETETO: Questo almeno è chiaro che alcuni tendono ad armonizzarsi, altri invece no.
OSPITE: Tu, forse, intendi dire questo: le parole pronunciate l'una dopo l'altra e che hanno una qualche significazione, queste appunto si armonizzano, quelle invece che pure in serie ininterrotta non significano nulla, non si lasciano armonizzare.
TEETETO: E cosa intendi dire con questo?
OSPITE: Ciò per cui credevo tu avessi pensato a dirti d'accordo. Noi abbiamo, nel linguaggio, un doppio genere di indicazioni circa l'essenza.
TEETETO: Quali sono?
OSPITE: L'uno è chiamato «nomi», l'altro «espressioni».
TEETETO: Spiegami l'uno e l'altro.
OSPITE: L'indicazione che abitualmente designa le azioni noi la chiamiamo verbo.
TEETETO: Sì .
 OSPITE: E il segnale della voce che viene posto secondo quelli che le compaiono viene chiamato «nome».
TEETETO: Esattamente.
OSPITE: Ora, solo con i nomi, pur messi in fila, non è possibile mai avere un discorso e neppure con verbi separati dai nomi.
TEETETO: A questo punto non ci sono arrivato.
OSPITE: è chiaro che tu ti fissavi su qualcos'altro, quando, poco fa, ti dicevi d'accordo. Poiché è          proprio questo che io volevo dire, che questi nomi, anche se vengono detti, così , di seguito, non danno luogo a un discorso.
TEETETO: Come?
OSPITE: Per esempio: «marcia», «corre», «dorme» e quanti altri verbi designano azioni, anche se uno li pronuncia tutti in fila, per nulla di più costruisce un discorso.
TEETETO: E come potrebbe farlo?
OSPITE: E ancora quando si dice «leone», «cerbiatto», «cavallo» e quanti altri nomi furono attribuiti a quelli che compiono le azioni, neppure secondo questa serie mai si realizzò un discorso. Perché né in questa né in quella maniera le parole pronunziate non indicano né azione, né inazione, né realtà dell'essere, né del non essere prima che qualcuno non abbia fuso i verbi con i nomi. Allora si armonizzano e il primo intreccio diviene subito un discorso, quasi il più semplice e il più piccolo dei discorsi.
TEETETO: E in quale senso dici questo?
OSPITE: Quancio qualcuno dice: «L'uomo impara» non ammetti anche tu che questo è il più corto e il più semplice dei discorsi?
TEETETO: Sì .
OSPITE: Già allora, infatti, in qualche modo esprime le cose che sono, che divengono, che sono divenute, che diverranno e non nomina solo, ma porta a compimento qualcosa intrecciando i verbi con i nomi. Perciò noi diciamo che parla e non fa soltanto dei nomi e appunto a questo tessuto attribuiamo il nome di discorso.
TEETETO: Giusto.
OSPITE: E così , come avveniva per le cose, che alcune stavano in armonia con le altre, e alcune no, così avviene anche per le significazioni della voce: alcune non si armonizzano, altre invece armonizzandosi tra di loro creano il discorso.
TEETETO: è certamente così.

mercoledì 8 aprile 2020

Opera poetica #step07

Marzo '79

Stanco di tutto ciò che viene dalle parole, parole non linguaggio,
mi recai sull’isola innevata.
Non ha parole la natura selvaggia.
Le sue pagine non scritte si estendono in ogni direzione.
Mi imbatto nelle orme di un cerbiatto.
Linguaggio non parole.

Di Tomas Transtomer, vincitore del premio nobel per la letteratura nel 2011.

venerdì 3 aprile 2020

Testo di letteratura narrativa #step06

Lessico famigliare è un libro che narra le vicende di una famiglia ebrea e antifascista durante il regime nazifascista in Italia. Racconta la storia dei Levi, di cui l’autrice è l’ultima di cinque figli. Con assoluto rispetto della verità, e, per certi versi, mantenendo l’incanto della fanciullezza, l’autrice non solo ripercorre con la memoria le vicende dei suoi cari, ma ne fissa per sempre anche il linguaggio , i motti, le abitudini radicate. Soprattutto quelle del padre autoritario, che poco tollerava nelle conversazioni e nelle abitudini della sua famiglia. La Ginzburg ricorda i numerosi trasferimenti della sua famiglia, da Palermo dov’è nata, a Torino, dove ha vissuto parte della sua vita con i genitori. Ricorda la sua casa molto affollata durante la guerra dove, oltre alle persone che aiutavano in casa, venivano invitati solo antifascisti. Tra loro anche i nomi di Turati, che i Levi hanno ospitato quando era ricercato, e la Kuliscioff, e molti altri.

http://www.afivi.fr/medias/files/n.-ginzburg-lessico-famigliare-1.pdf

Di fronte ai limiti #step15

Il linguaggio è di per se un limite, è lo strumento più rapido ed efficace attraverso il quale un soggetto riesce a comunicare con un altro ...